IL FIOCCO tipologia tessuti disegni materiali e colori

A CURA DI L. BRIGANTE, G. DONNO

Il Fiocco è un’antica tecnica di tessitura salentina. Non se ne conosce l’origine, alcune fonti ipotizzano che fosse stato introdotto nel Salento dai Saraceni

La difficoltà maggiore in questo tipo di tessitura consiste nell’esecuzione di composizioni a più colori: in questo caso si usano più navette, ognuno con un “cannulicchiu” di colore diverso. Prevede l’uso di un ferro, di diametro variabile in base al titolo del filato usato.
Si utilizza, di solito, cotone per l’ordito e lana per la trama per realizzare le tipiche coperte, ma anche  cotone sia per trama che per ordito. I tessuti così realizzati sono in genere destinati a rivestire poltrone e divani, creare arazzi e tappeti o per l’ambitissima “cuperta azzata”.

Una delle fasi più interessanti di questa particolare tecnica è il disegno su carta, la messa in carta. Su un foglio quadrettato il disegno nasce dal riempimento dei quadratini; ogni fila orizzontale è colorata alternando due colori; si contano i quadretti, il cui numero è scritto sulla riga corrispondente, in modo da non perdersi e non confondersi. Ad ogni disegno, di solito, veniva dato un nome: il bosco di alberi del Salento, il disegno barocco, il pergolato, il melograno, leoni, uccelli, grifoni, gigli, tralci di vite , di rose, fontane o semplici disegni geometrici. Il disegno è appeso su un’asta di legno in alto, sul telaio, in prossimità di chi tesse, in modo da seguire lo schema durante l’avvolgimento del bioccolo. Per realizzare un tessuto con la tecnica del fiocco il rimettaggio può variare da zona a zona.

Francesca Chiriatti espone la sequenza per tessere a fiocco:
1. Dietro  2. Avanti  3. Mezzo dietro  4. Mezzo avanti

Dove per dietro si indica il liccio in prossimità del subbio posteriore, dove viene avvolto l’ordito, per avanti il liccio vicino al subbio anteriore, dove viene avvolto il tessuto appena realizzato, per mezzo dietro il liccio interno vicino al liccio posteriore, per mezzo avanti quello vicino all’avanti, quello cioè vicino alla tessitrice.
I pedali due e tre si incrociano. Quando si tesse a fiocco, mentre si realizza il disegno facendo il bioccolo, cioè il filo attorcigliato sul ferro, il pedale 3 deve rimanere abbassato. Dopo aver finito la fila a fiocco, si procede con gli scucchi; con tre scucchi la pedalatura è la seguente:

2 centrali    1 battuta energica – 1 a sinistra  1 battuta energica
1 a destra    1 battuta energica
Con due scucchi  la pedalatura è la seguente:
2 centrali    1 battuta energica 2 laterali     1 battuta energica

Il filato viene scelto in base al tessuto da realizzare. A seconda del numero di filato si decide quanti fili far passare nei licci, quanti nel pettine e quanti nei cannulichi delle sciuscitte.
La tessitrice Maria Schito invece procede nel modo seguente: dopo aver montato l’ordito sul subbio posteriore si prosegue con il rimettaggio dei fili di ordito che passano prima attraverso i licci e poi attraverso il pettine.
Si comincia a lavorare da destra. Il rimettaggio segue il seguente schema:

Le quattro linee orizzontali numerate rappresentano i quattro licci del telaio. I numeri sotto lo schema indicano l’ordine di esecuzione del rimettaggio a tela. La lettura si esegue dall’alto verso il basso e da destra verso sinistra.
In ogni liccio vengono inseriti due fili di ordito. Si procede poi con l’inserire i medesimi fili nel dente del pettine. In ogni dente del pettine vengono inseriti quattro fili di ordito. Quindi la sequenza del rimettaggio sarà:

1 – 2          3 – 4

Si procede poi con la legatura dei fili di ordito al subbio della trama. Dopo tale operazione è possibile procedere con la legatura dei pedali ai licci. Posizioniamoci difronte al telaio e cominciamo a lavorare dal lato destro.
Il pedale N. 1 viene legato al liccio N.1, il pedale N. 2 viene legato al liccio N. 2, il pedale N. 3 viene legato al liccio N. 3, il pedale N. 4 viene legato al liccio N. 4. Per montare i pedali ai licci possiamo seguire il seguente schema:

Si prosegue poi, con la tessitura vera e propria. Il fiocco si lavora con una spola lunga ,dove viene solitamente inserito il filo colorato  (in base allo spessore del filato la spola può essere riempita con un filo di 10- 14 capi) e una navetta con il filo bianco  (in base allo spessore del filato la navetta viene riempita con un filo di 1 o 2 capi) con la quale si lavora la tela. Dopo ogni passaggio di tela  si esegue un passaggio di fiocco (per “passaggio di tela” si intende una sequenza di pedali completa così composta: schiacciare contemporaneamente i pedali 1 e 3; seguono i pedali n. 2 e 4. Per eseguire il “passaggio di fiocco” si solleva il pedale n. 2 o n. 3 e con un ferro in ottone o acciaio, ve ne sono di diversi spessori e lunghezze, si esegue il disegno prestabilito).
Per ottenere il tessuto si procede utilizzando il seguente movimento dei pedali:

filo di fiocco: pedale N. 2 o N. 3
filo di tela: 1-3    2-4

Oltre al procedimento sopra elencato, per l’esecuzione del fiocco, la tessitrice Maria Schito esegue anche un’altra procedura che differisce dalla prima solo nel rimettaggio. Vedi schema sottostante

La sequenza del rimettaggio sarà la seguente:

1   2   3   4

La tessitrice Antonietta Lanzilao procede nel modo seguente: dopo aver montato sul subbio posteriore l’ordito doppio, realizzato appositamente per la lavorazione a fiocco, si prosegue con il rimettaggio dei fili di ordito nei licci e poi nel pettine. Nell’ordito doppio vengono inseriti due fili di ordito in ogni maglia del  liccio e quattro fili di ordito in ogni dente del pettine. Poi si comincia a lavorare da destra. Il rimettaggio segue il seguente schema:

Le quattro linee orizzontali numerate rappresentano i quattro licci del telaio. I numeri sotto lo schema indicano l’ordine di esecuzione del rimettaggio a tela. La lettura si esegue dall’alto verso il basso e da destra verso sinistra.
Come già detto, in ogni maglia del liccio vengono inseriti due fili di ordito. Si procede poi con l’inserimento  dei medesimi fili nei denti del pettine. In ogni dente del pettine vengono inseriti quattro fili di ordito. Quindi la sequenza del rimettaggio sarà:

4 – 1       3 – 2

Segue poi la legatura dei fili di ordito al subbio della trama. Dopo tale operazione è possibile procedere con la legatura dei pedali ai licci. Posizioniamoci di fronte al telaio e cominciamo a lavorare dal lato destro. Il pedale N. 1 viene legato al liccio N.1, il pedale N. 2 viene legato al liccio N. 3,il pedale N. 3 viene legato al liccio N. 2, il pedale N. 4 viene legato al liccio N. 4. Come possiamo notare, le legature tra i pedali N. 2 e 3 e i corrispondenti licci sono incrociate tra loro. Per legare i pedali ai licci possiamo seguire il seguente schema:

Si prosegue poi, con la tessitura vera e propria. Il fiocco si lavora con una spola lunga, dove viene solitamente inserito il filo colorato (in base allo spessore del filato la spola può essere riempita con un filo di 10- 14 capi) e una navetta con il filo bianco (in base allo spessore del filato la navetta viene riempita con un filo da 1 o 2 capi) con la quale si passano i fili di intermezzo per bloccare il punto a fiocco. Dopo ogni passaggio dei tre fili di intermezzo si esegue un passaggio di fiocco (i tre passaggi dei fili di intermezzo sono eseguiti con la seguente  sequenza di pedali : 2-3 abbassati insieme nel primo passaggio e  4; 1 abbassati singolarmente nei due passaggi successivi). Per eseguire il “passaggio di fiocco” si schiaccia il pedale n. 2 e si avvolge il filo su un ferro in ottone o acciaio (ve ne sono di diversi spessori e lunghezze), eseguendo il disegno stabilito. Per ottenere il tessuto si procede utilizzando il seguente movimento dei pedali:

filo di fiocco: pedale N. 2
fili di intermezzo: 2-3     4     1

Dopo aver bloccato il punto del fiocco con i tre passaggi dei fili di intermezzo, si può sfilare il ferro dopo aver battuto con la cassa battente.
Nel Salento sono quattro le tipologie di tessitura a Fiocco:

1.          Fiocco leccese
2.         Fiocco Surano
3.         Sfioccato di Nardò
4.         Fiocco di Ugento

Il Fiocco Leccese

Il fiocco leccese nasce grazie alla passione e alla creatività della nobildonna salentina Lucia Starace di Casamassella. La tessitura a fiocco leccese si riconosce per il disegno a rilievo, su base tela doppia, di solito monocolore

In un piccolissimo paesino dell’entroterra salentina sono custoditi degli arazzi meravigliosi creati nel laboratorio di tessitura di Lucia e Giulia Starace. Sono gli arazzi di Casa Comi, splendidi esempi di manufatti a fiocco leccese. All’interno del Palazzo, in ogni stanza, possiamo ammirare un’eccellenza della tradizione tessile salentina: arazzi tessuti a fiocco ed uno tessuto a sfiocco, unici esempi tangibili di un’arte ricercata e preziosa. Gli arazzi raccontano di lepri, aquile e ragni che sorreggono un piccolo cuore, scarabei, colombe con rami d’ulivo in bocca, animali che abitano un “mondo giardino” fatto di erbe , alberi, tralci di rose, rinfrescati dall’acqua di una fontana. Non mancano animali fantastici come il grifone e la fenice.

Il Fiocco Surano

Il fiocco Surano deve il suo nome alla sua inventrice, Maria Antonietta Solazzo, che insieme a sua sorella, impiantò una scuola di tessitura proprio a Surano, paesino del Sud Salento. Il fiocco Surano  è nato ‘’per pura vena artistica’’, come afferma Francesca Chiriatti, nipote ed erede del laboratorio di tessitura Solazzo

Maria Antonietta Solazzo realizzava un disegno e poi grazie alla tecnica del fiocco riusciva a trasferirlo su tessuto. Svincolò la produzione di tessuti a fiocco dai disegni tradizionali riproducendoli in chiave moderna, sperimentando coraggiosamente nuove tecniche e nuovi motivi decorativi. La sua ricerca indusse M. Antonietta Solazzo a inventare un metodo originale, come variante del fiocco leccese: al solo disegno a rilievo si accompagnò il riempimento a fiocco di tutto il tessuto.
Donna audace, indipendente e molto credente M. Antonietta Solazzo donò a papa Giovanni Paolo II, in occasione della visita ad Otranto nel 1980, una stola lavorata e tessuta a fiocco con fili d’oro. Anche la sua affezionata nipote, Francesca Chiriatti, si è cimentata nella messa in carta di nuovi disegni, legati soprattutto all’arte contemporanea; il suo preferito è un tessuto a fiocco Surano, che riproduce un’opera di Braque.
Per realizzare un tessuto con la tecnica del fiocco il rimettaggio è a tela. La  sequenza è la seguente: 1. Dietro 2. Avanti 3. Mezzo dietro 4. Mezzo avanti
Per dietro si indica il liccio in prossimità del subbio posteriore dove viene avvolto l’ordito, per avanti il liccio vicino al subbio anteriore dove viene avvolto il tessuto appena realizzato, per mezzo dietro il liccio interno vicino al liccio posteriore, per mezzo avanti quello vicino all’avanti.
Le legature dei pedali 2 e 3 con i corrispondenti licci si incrociano. Quando si tesse a fiocco, mentre si realizza il disegno facendo il bioccolo, il pedale 3 deve rimanere abbassato. Dopo aver finito la fila a fiocco, si procede con gli scucchi (fili di intermezzo); con tre scucchi la pedalatura è la seguente:   2 centrali    1 battuta energica  –   1 a sinistra  1 battuta energica  –  1 a destra    1 battuta energica
Con due scucchi  la pedalatura è la seguente:   2 centrali    1 battuta energica  –  2 laterali      1 battuta energica
Si chiama Fiocco Surano perché è tutto pieno.

Lo Sfioccato di  Nardò

Lo Sfioccato era prerogativa delle tessitrici di Nardò, un importante centro agricolo del comune di Lecce. Qui si producevano le famose “cuperte sfioccate”. Le coperte erano tessute con una tecnica singolare: la tessitura di un motivo decorativo appariva in rilievo, con i “fiocchi” tagliati grazie all’utilizzo di un ferro particolare che aveva la parte superiore affilata, in modo tale da tagliare il bioccolo mentre veniva tessuto

I bioccoli così tagliati venivano pareggiati ed il disegno in rilievo veniva “sfioccato”, cioè tagliato e pettinato con una spazzola dai denti di metallo, per dare compattezza ed uniformità al tessuto. Le tessitrici neritine erano poche e gelosissime del loro sapere; tessevano sole o affiancate dalla ragazza prescelta a tramandare la tecnica. Lavoravano su commissione; insieme al committente sceglievano il disegno, il colore, apportavano modifiche. Tessere un manufatto con tale tecnica era un’operazione lunga, esigeva pazienza ed una certa abilità. Se il committente richiedeva variazioni al disegno scelto, i tempi di realizzazione del tessuto si allungavano. Gelosia, tempi lunghi, numero esiguo di esperte rendevano la tessitrice di coperte sfioccate molto ambita. Il risultato finale era un manufatto che poteva considerarsi a tutti gli effetti un pezzo unico, un’opera d’arte. Tali coperte divennero così famose a Lecce e provincia che possederne una era considerata una ricchezza, uno status simbol. Anche all’estero, duchesse e principesse ambivano a questo tipo di manufatto e lo commissionavano.
Questa tipica tecnica di lavorazione tessile locale è ormai scomparsa, non ci sono più artigiane esperte capaci di tessere gli antichi capolavori sfioccati.

Il Fiocco di Ugento

Le tessitrici ugentine erano esperte nella produzione di coperte a fiocco, tanto da essere, in alcuni casi, il principale prodotto di produzione. Molto ricercate anche nei paesi limitrofi, le tessitrici riuscivano a produrre delle coperte a fiocco molto robuste e ben eseguite con una tecnica differente rispetto al resto della provincia.

Infatti le coperte Ugentine si presentavano con un fondo molto robusto e compatto che non lasciava trasparire il filo del fiocco sul fondo anteriore del tessuto. Tale risultato era dovuto alla commistione tra due fattori: il raddoppio dei fili di ordito durante il rimettaggio e la sequenza del movimento dei pedali durante l’esecuzione. Di fatto ad ogni maglia del liccio venivano inseriti due fili di ordito e ad ogni dente del pettine venivano inseriti quattro fili di ordito. Si proseguiva poi con il movimento dei pedali che, in base alla sequenza eseguita, dava un risultato diverso sul fondo che poteva essere o con fondo a “tela doppia” o con fondo “ a rete quadrangolare”.
Solitamente la coperta a fiocco era realizzata in cotone e con almeno due colori. Un colore chiaro per il fondo bianco o avorio e un colore sgargiante per il punto a fiocco. I colori più utilizzati erano il rosso, il verde, il giallo, l’azzurro e il rosa, in tutte le sfumature. Solo in rari casi la coperta veniva realizzata con un colore unico. L’uso dei colori dipendeva dalla ricchezza del committente.

Nella FOTO particolare di una corsia da tavolo realizzata con la tecnica del Fiocco Leccese dalla tessitrice Antonietta Lanzilao

Laboratorio TeDeSLab Weave

Orari 9:00 – 13:00

Ci trovi in

Piazzetta delle Giravolte nel Centro storico di Lecce

Il Laboratorio di tessitura è sede del Progetto TeDeSLab Weave e presto ospiterà la Startup delle partecipanti (Bando Artigianato sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD in collaborazione con OMA)